domenica 30 gennaio 2011

JESI CITTA' SONTUOSA


UNA CITTA' SONTUOSA

Dagli anni di Augusto la colonia romana di Jesi assunse la fisionomia di un centro ricco ed architettonicamente sontuoso; ciò, come si è detto, data la sua posizione geografica, che la poneva sull'unica strada che a quel tempo, dal versante adriatico, collegava direttamente il Nord con Roma.
In quanto colonia romana, Jesi acquistò molto da Roma: usi, costumi, leggi e, naturalmente, anche le direttive. Così la descriveva, con non poca fantasia probabilmente, il discusso cronista trecentesco Bernabei: «La colonia di Jesi si estendeva in lunghezza verso il mare: aveva un monte o colle sul quale sorgeva un tempio alla dea Bona ed una strada coperta conduceva al tempio. Le terme e i bagni erano ornati di idoli; inoltre statue che abbellivano l'ingresso delle terme rappresentavano il trionfo di Fulvio Fiacco, il quale fece i muri della città di Jesi. Nel piano verso il fiume vi era un tempio dedicato al dio Giove con sulla facciata una statua fatta a mosaico rappresentante la dea dei Numi. Verso la selva della marina si ergeva un tempio dedicato a Cibale. A valle vi era un'altro tempio dedicato a Giunone con tre porte». Sull'area di questo tempio sorgerà, dopo il mille, la chiesa di Santa Maria del Piano. Continuava il Bernabei: «Vicino all'arco trionfale vi era un piccolo Pantheon e, non poco lungi dal tempio di Giunone, due grotte».
Otre a Jesi, si trovavano nella Vallesina due città che pure godettero di una certa importanza: Planina o Planio, e Cupra. Anche queste, come Jesi, erano grandi e ricche, dotate di austere costruzioni romane; ricerche archeologiche hanno infatti portato alla luce resti di templi, terme, acquedotti, nonché mosaici, statue, anfore, monete d'oro e d'argento. Nel 1875, come vedremo, saranno portate alla luce, a Jesi, sei statue acefale di personaggi della famiglia di Augusto e quattro teste di romano (una delle quali rappresenterebbe Augusto giovanotto) che abbellivano i portici delle terme. Saranno trovati anche pezzi di tubi di piombo appartenenti alle terme, di quel piombo che i Romani impiegavano per l'allacciamento delle condutture stradali. La lunghezza delle terme era di circa 380 metri, mentre le nuove costruzioni misurano circa 270 metri: si può così dedurre che una notevole parte degli attuali edifici poggia su fondazioni romane.
I primi due secoli dell'impero romano furono abbastanza tranquilli. Finalmente la popolazione della Vallesina poté godere della fertilità dei campi, accudire ai pascoli, dedicarsi alla caccia e alla pesca: un vivere in pace che raggiunse sotto il governo di Adriano (117-138 d.C.) e di Antonino Pio (138-161), un'era di felicità e di benessere che non furono più superati. Poi ricominciarono i guai: la peste bubbonica (portata in Italia dalle legioni che avevano combattuto in Oriente), la carestia, le prime incursioni dei barbari alle frontiere dell'impero e la pace interna disturbata dalle persecuzioni contro i cristiani.

Storia di Jesi

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